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Franco Citti, poeta di strada

Franco Citti, fratello del regista Sergio, fu scoperto da Pier Paolo Pasolini quando faceva il muratore e portato al cinema per la prima volta come protagonista nel suo esordio, Accattone (1961). Il famoso intellettuale lo volle poi anche nei suoi film successivi: Mamma Roma (1962), Edipo re (1967), Porcile (1969), il Decameron (1971), I racconti di Canterbury (1972), Il fiore delle mille e una notte (1974).

Dopo aver passato l’adolescenza, come raccontava lui, tra “ladri, truffatori, papponi, mignotte, spie, ruffiani, cornuti e ubriaconi” Franco si trova catapultato nel mondo del cinema, grazie a colui che più di tutti poteva capirne le origini ed il temperamento avendo fatto dell’humus culturale da cui proveniva oggetto di studio e di indagine (raccontato al meglio nei suoi libri Ragazzi di vita  e  Una vita violenta).

Diretto spesso anche dal fratello Sergio, che aveva conosciuto Pasolini qualche anno prima, (Storie scellerate, 1973; Casotto, 1977; e Il minestrone 1981) pochi sanno che ha preso parte anche nel 1972 anche a Il padrino di Francis Ford Coppola oltre ad aver arricchito il nostro cinema con interpretazioni indimenticabili come quelle del crudele Renato in Ingrid sulla strada di Brunello Rondi (1974) e dell’autista nel capolavoro di Elio Petri Todo Modo (1976). Citti si trovava a suo agio sia nella commedia leggera (vedi Chi dice donna dice donna, 1976; Colpita da improvviso benessere, 1975; Ciao Marziano; ) e ancora di più nel thriller poliziesco, impersonando personaggi ambigui e violenti (vedi Il gatto dagli occhi di giada, 1976 e La banda del trucido, 1977). Federico Fellini lo ha voluto in Roma eleggendolo rappresentante, anche lui tra gli altri, della città che voleva raccontare.

Nel 1988 ha anche tentato la regia, coadiuvato dalla “fraterna collaborazione” come si legge nei titoli di testa, di Sergio, dirigendo Cartoni animati, dove è anche attore insieme a Fiorello.

Il ministero della Cultura Dario Franceschini ha commentato così la sua morte, avvenuta il 14 Gennaio 2016: “attore di straordinaria intensità, legato a Pier Paolo Pasolini fin dall’esordio alla regia in Accattone, ha segnato una stagione importante della nostra cinematografia. Nel ruolo di Vittorio così come negli altri film diretti da Pasolini, ha portato quella poesia di strada che rimarrà per sempre uno dei tratti distintivi del nostro cinema”.

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