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Il tuo Compleanno ( Giorno / Mese )
Ilya Khrzhanovskiy, Jekaterina Oertel
Dau. Natasha

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Un’esperienza cinematografica difficile da immaginare e impossibile da dimenticare

DAU. Natasha racconta le storture e le violenze del regime sovietico dal punto di vista di Natasha, umile cameriera nella mensa dell’istituto scientifico DAU. Dopo una festa in cui scorrono fiumi di alcool, Natasha si abbandona a una notte di passione con uno scienziato francese, Luc. Convinta all’inizio di aver trovato l’amore, la donna si ritrova presto sola e in grave pericolo: venuto a conoscenza dei suoi rapporti con uno straniero, un funzionario del KGB la convoca per un interrogatorio...
Regia Ilya Khrzhanovskiy, Jekaterina Oertel
Con Natalia Berezhnaya, Olga Shkabarnya, Vladimir Azhippo, Alexei Blinov, Luc Bigé
Categoria:
Germania, Ucraina, Gran Bretagna, Russia
2020
Per tutti
Per tutti
European Film Award: Nomination
70° Berlinale: Orso d'Argento

Dicono del film

"Uno dei progetti più ambiziosi dell'intera storia del cinema." The Film Stage

"Dentro c'è la vita vera, il sesso vero, la violenza vera." Ansa

"Film del genre capitano una volta nella vita." Otros Cines

"Una visione senza compromessi." Screen International

Specifiche tecniche

Codice CG
PDW22445
Il direttore della fotografia che ha lavorato con la pellicola in 35mm è Jürgen Jürges, storico collaboratore di Fassbinder e di Haneke. DAU ha coinvolto oltre 400 attori non professionisti chiamati a vivere per tre anni sul più grande set mai costruito. Lo scopo del produttore Sergey Adonyev e del regista Ilya Khrzhanovskiy era quello di ricreare la vita in Unione Sovietica tra il 1938 e il 1968, concentrando i vari personaggi nel Lev Landau Institute (da cui l’abbreviazione DAU), istituto scientifico intitolato al celebre fisico russo. Troupe e attori hanno letteralmente vissuto sul set creando una sorta di mondo parallelo, in un’incredibile convergenza tra realtà e finzione: il risultato è un’operazione visionaria che tiene insieme cinema, performance, scienza, critica sociale, esperimento antropologico. Diversi artisti hanno visitato l’istituto nel corso del tempo, da Marina Abramovic a Romeo Castellucci, ma anche il premio Nobel per la fisica David Gross, mentre lo scrittore torinese Gianluigi Ricuperati si è ispirato a DAU per il suo romanzo Est.

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