Tornando alla storia, il primo film che la Fenech girò dopo essere tornata in Italia, fu in realtĂ un thriller diretto da un maestro del genere, Mario Bava: Cinque bambole per la luna di Agosto (1970), (Peccato che del film non mi ricordi molto, a parte che ballavo all’inizio e venivo uccisa presto. Però mi ricordo molto bene Mario. Era un uomo che all’epoca mi sembrava enorme: magro magro ma altissimo. Considera che ero una ragazzina e quest’uomo maturo era adorabile. Il ricordo cheÂ
n Nino Castelnuovo e Femi Benussi. Ma la parentesi thriller sexy fu solo uno dei tanti filoni in cui Edwige Fenech stava per immergersi, proprio grazie al grande successo del CULT di Mariano Laurenti
Quel gran pezzo dell’Ubalda, tutta nuda e tutta calda, che, costato circa 90 milioni di lire, incassò ben 640 milioni di lire al botteghino e la lanciò nell’Olimpo delle star popolari più ricercate e fruttuose. Giovannona coscia lunga disonorata con onore diretto da Sergio Martino (1973), dove la nostra interpreta una prostituta ingaggiata come finta moglie dall’assistente (Pippo Franco) del commendatore La Noce (Gigi Ballista) per circuire un onorevole sessuomane (Vittorio Caprioli) superò il successo dell’Ubalda, arrivando ad incassare 827.000.000 di lire, un risultato anche per l’epoca strabiliante. Da lì in poi la Fenech fu onnipresente in tutti i filoni esistenti della commedia sexy all’italiana, da il film ad episodi come 40 gradi all’ombra del lenzuolo (1976) sempre di Sergio Martino dove è indimenticabile ne La cavallona in coppia con un inedito, orbissimo, Tomas Milian, oppure Sabato, domenica, venerdì (1979) di Sergio Martino, dove è ancora più stupefacente travestita da ingegnere giapponese a fianco di Lino Banfi nel primo episodio; alle saghe che l’hanno vista, per il suo aspetto più maturo rispetto a Gloria Guida, che di solito faceva la studentessa, diventare professoressa ( su tutti L’insegnante di Nando Cicero, 1975), poliziotta (La poliziotta fa carriera, 1976, La poliziotta della squadra del buon costume, 1979 e La poliziotta a New York, 1981, di Michele Massimo Tarantini), soldatessa (La soldatessa alla visita militare, 1977 e La soldatessa alle grandi manovre, 1978, di Nando Cicero), ma anche semplice moglie avvenente che fa molta gola, come nel debutto alla regia del marito produttore Luciano Martino, La vergine, il toro e il capricorno (1977), o la semplice, focosa amante (La moglie in vacanza..l’amante in città , 1980, di Sergio Martino) in lotta con Barbara Bouchet, oppure la compagna proletaria di Renato Pozzetto del divertentissimo La patata bollente di Steno.
“Per me, era tutto cinema. I film di Bergman e Samoa regina della giungla erano la stessa cosa… era tutto cinema… Che poi, forse, è anche il modo giusto di vedere i film, mettendoli tutti sullo stesso piano e poi dividendoli in film belli e film brutti.”
Tutte le dichiarazioni di Edwige Fenech sono tratte dall’intervista di Manlio Gomarasca all’attrice dal titolo Edwige Fenech: la donna assoluta su www.nocturno.it.