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5 cose che forse non sapete su Dario Argento

1 – Il primo horror nella vita di Dario Argento

Il primo incontro con il cinema horror Dario Argento lo ha avuto nel 1950, all’età di circa 10 anni, in una località di villeggiatura sulle Dolomiti, Monguelfo (provincia di Bolzano) dove si trovava con il fratello Claudio, la sorella Floriana ed i nonni. Fu lì che, in una arena estiva, da solo, vide la versione del 1943 de Il fantasma dell’Opera, diretta da Arthur Lubin che aveva come protagonista Claude Rains. Il futuro regista rimase molto impressionato dal film, tanto che scrive nella sua autobiografia, Paura: “Quella storia non mi avrebbe mai più abbandonato. La metamorfosi era completa. Io ero diventato il Fantasma e forse lui era diventato me.”

 

2 – Dario Argento è stato in carcere

Il 19 Giugno del 1985 Dario Argento riceve una visita da parte di tre finanzieri mentre sta cenando a casa sua con la figlia Fiore. Pensando si tratti di un semplice controllo fiscale, fa entrare in casa gli agenti, ma presto scopre che le cose sono più complicate di quello che credeva. Infatti viene arrestato e portato in una cella di isolamento nel carcere di Regina Coeli, che condividerà per 48 ore insieme ad altre tre persone. Più tardi scoprirà che qualcuno aveva fatto recapitare nella sua vecchia abitazione in Piazza Martiri Belfiore una lettera spedita dal Perù indirizzata ad un certo “Signor Fabre” dentro la quale erano stati rinvenuti 4 grammi di cocaina insieme ad un bigliettino sgrammaticato rivolto a lui. Argento non ha mai saputo chi gli avesse fatto questo assurdo scherzo, che costrinse in carcere per 48 ore anche l’ex moglie, Daria Nicolodi e che più tardi avrebbe ricordato ironizzandoci su: “Ascoltavo storie stupende e non stavo tanto male. Poi, la notte si celebrava il rito della partita a scopa, insieme al capo della Banda della Magliana, Rosario Nicoletti, un tipo con due baffoni, un gran personaggio.” (Da un’intervista al Corriere della Sera, estratto riportato in Dario Argento Opera, Il film di più crudele, a cura di Nocturno Cinema e all’interno dell’Edizione Speciale di Opera edita da CG Entertainment).

 

3 – Il disaccordo con Ennio Morricone

Dario Argento racconta di essere stato uno dei pochi registi ad avere avuto il coraggio di contraddire il maestro Ennio Morricone: “Il rapporto con Morricone non si concluse felicemente perché la musica che aveva composto per 4 mosche di velluto grigio non mi piaceva e così gli chiesi di riscriverla. Fu uno scandalo, perché nessuno osava dire a Morricone che la sua musica non andava bene.” Anche il maestro ricorda così la vicenda, dando parte della responsabilità dei dissapori intercorsi al padre di Argento, Salvatore. Non è un mistero, inoltre, che Dario Argento avesse affidato la colonna sonora del film ai Deep Purple: il progetto non andò a buon fine per problemi sorti nella produzione, raccontati dettagliatamente da Davide Pulici in 4 mosche di velluto grigio, Le chiavi dell’incubo, il volume all’interno dell’Edizione Speciale di 4 mosche di velluto grigio edita da CG Entertainment.

 

4 – Regista del Festival di Sanremo 

Nel 1986, prima di iniziare le riprese di Opera, Dario Argento era in trattativa con la RAI per curare la regia televisiva del Festival di Sanremo. La sua idea era ben precisa: voleva rivoluzionare lo spettacolo usando una scenografia immensa, tecnologie all’avanguardia, curare il look di ogni cantante e portare alla ribalta il genere punk, che secondo lui in Italia aveva dei degni rappresentanti ma non era stato valorizzato abbastanza fino ad allora. Le sue richieste probabilmente saranno sembrate troppo ardite ai dirigenti Rai: il progetto non andò mai in porto, anche perché quello per la realizzazione di Opera coinvolse il regista sempre più ed in maniera più pressante.

 

5 – Un film sulla vita di Charles Manson

Non molti sanno che uno dei progetti mai realizzati di Dario Argento, come si legge nella sua autobiografia Paura, è un film sulla vita di Charles Manson. Questa idea gli fu suggerita dall’attore, amico ed ex compagno della figlia Vincent Gallo. Gallo aveva anche fatto vedere al regista alcune sue fotografie truccato come il personaggio: sembra che la somiglianza tra i due fosse impressionante.  Argento aveva allertato tutti i suoi contatti americani, che gli avevano procurato tantissimo materiale sul criminale. Ma per qualche ragione sconosciuta, il progetto sfumò. Argento ha giustificato la scelta di abbandonare l’idea dicendo che a suo parere gli americani non erano ancora pronti ad affrontare eventi così recenti e dolorosi.

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