Ci ha lasciati Lea Massari (Anna Maria Massatani), una delle personalità più affascinanti e sottilmente rivoluzionarie del cinema europeo. Attrice ricca di sfumature, ha attraversato alcuni dei momenti più intensi del cinema italiano e francese del Novecento. Lea Massari era l’anti-diva: mai urlata, mai ostentata, ma capace di scavare nel personaggio con uno sguardo, un gesto sospeso. Da Antonioni a Malle, da Zurlini ai Taviani, ha scelto ruoli che dialogano con la Storia, con la coscienza del tempo, con i paradossi morali. In un’epoca di eccessi e star system, lei manteneva una presenza sobria, discreta, ma impossibile da ignorare.
Ripercorriamo la sua carriera attraverso 10 film che ne hanno esaltato, negli anni, l’evoluzione artistica.
L’avventura (Michelangelo Antonioni, 1960)
Nel ruolo di Anna, Lea incarna l’assenza come presenza, trasformando la scomparsa in enigma fisico ed esistenziale. Il film ha consacrato la sua capacità di esprimere silenzi interiori e vuoti emotivi con una sola immagine.
Una vita difficile (Dino Risi, 1961)
Interpretando Elena, accanto ad Alberto Sordi durante il dopoguerra, Massari offre una sfaccettata riflessione sulle contraddizioni di un’Italia in ricostruzione. Il riconoscimento le arriva con un David di Donatello speciale
Le quattro giornate di Napoli (Nanni Loy, 1962)
Massari partecipa all’affresco corale sulla rivolta napoletana del ’43. Nel film, che unisce la cronaca al pathos popolare, emerge come volto significativo in un cast dal forte impatto emotivo.
Le soldatesse (Valerio Zurlini, 1965)
Un ruolo breve, ma intenso: tra le protagoniste di un dramma corale sulla guerra, dona al film una sensibilità misurata e necessaria, in equilibrio tra dramma e dignità.
Soffio al cuore (Le souffle au cœur, Louis Malle, 1971)
Massari interpreta Clara, madre coinvolta in una relazione tabù, affrontando con rigore emotivo un tema scabroso. Il film, tra i suoi più discussi, sancisce la sua statura internazionale.
L’amante (Les choses de la vie, Claude Sautet, 1970)
Nel delicato triangolo con Romy Schneider e Michel Piccoli, Lea interpreta Catherine: elegante, misurata, dolorosamente matura. La sua presenza impreziosisce il film di sfumature esistenziali.
La prima notte di quiete (Valerio Zurlini, 1972)
Massari interpreta Monica, l’intensa figura femminile accanto ad Alain Delon. Il film le vale un Nastro d’Argento e conferma la sua capacità di esprimere fragilità e passione senza retorica.
Allonsanfàn (Fratelli Taviani, 1974)
Nei panni di Charlotte, la compagna del protagonista giacobino, Lea emana un’eleganza sommessa, una presenza pittorica nel grande affresco risorgimentale.
Cristo si è fermato a Eboli (Francesco Rosi, 1979)
Nel ruolo di Luisa Levi, sorella del protagonista, porta sullo schermo la dignità e la profondità morale delle donne del Sud, guadagnandosi il secondo Nastro d’Argento.
Segreti, segreti (Giuseppe Bertolucci, 1985)
In una breve ma intensa apparizione interpreta una madre travolta da un dramma esistenziale. È un addio estetico e morale perfettamente calzante, che suggella la sua apnea attoriale.