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Miserere: alcuni farebbero qualunque cosa per rimanere tristi

Miserere, diretto dal regista greco Babis Makridis, è un film che esplora temi di sofferenza, compassione e la condizione umana. Conosciuto anche con il titolo internazionale Pity questo film del 2018 continua la tradizione di Makridis di esaminare l’assurdità e la complessità delle emozioni umane, come aveva fatto nei suoi precedenti lavori.

La trama di Miserere ruota attorno a un uomo di mezza età, interpretato da Yannis Drakopoulos, che sembra trarre un certo piacere dalla sua sofferenza e dalla pietà che riceve dagli altri. Questo personaggio incarna un individuo che diventa dipendente dalla compassione altrui, a tal punto che la sua vita perde significato senza di essa. Makridis utilizza un approccio minimalista e surreale per raccontare questa storia, caratterizzato da inquadrature statiche e un uso misurato del dialogo, che intensificano l’atmosfera claustrofobica e alienante del film.

La collaborazione di Makridis con Efthimis Filippou, noto per essere lo sceneggiatore dei film di Yorgos Lanthimos come Dogtooth e The Lobster, aggiunge un ulteriore strato di complessità al film. La sceneggiatura di Filippou è nota per il suo stile distintivo, che combina umorismo nero e un’acuta osservazione delle dinamiche umane. Parlando della collaborazione, Makridis ha detto: “Lavorare con Efthimis è sempre un’esperienza arricchente. La sua capacità di esplorare la condizione umana attraverso il surreale e l’assurdo si sposa perfettamente con la mia visione.”

Makridis ha spiegato che l’idea centrale di Miserere è nata dal desiderio di esplorare come la sofferenza e la compassione possano diventare strumenti di manipolazione e controllo. “Volevo esplorare l’idea di come la sofferenza e la compassione possano diventare un modo per manipolare e controllare gli altri. La nostra società ha un rapporto complicato con il dolore e la pietà; tendiamo a glorificare la sofferenza in modi che possono diventare tossici,” ha detto il regista.

Uno degli elementi distintivi del film è la colonna sonora, composta da canzoni che contrastano con la cupezza della trama, creando un effetto straniante. “La musica nel film serve a sottolineare l’assurdità della situazione. Volevo che ci fosse una dissonanza tra ciò che si vede e ciò che si sente, per accentuare il senso di straniamento e l’ironia della storia,” ha detto Makridis.

Prima di Miserere,Makridis aveva già attirato l’attenzione con il suo film L Un uomo, un auto e un barattolo di miele (2012), un’altra collaborazione con Efthimis Filippou. “L racconta la storia di un uomo che vive in macchina e che, a seguito di una serie di eventi assurdi, deve affrontare la perdita della sua identità e della sua connessione con la società. Come in Miserere, anche in L Makridis esplora temi di isolamento e la natura umana attraverso una lente surreale. “Con L, ho voluto esplorare come le persone si definiscono attraverso le loro relazioni e il loro ambiente. È un film sulla perdita e sulla ricerca di un nuovo senso di sé,” ha dichiarato Makridis.

In Miserere, Makridis continua a sviluppare questi temi, portando lo spettatore a confrontarsi con le proprie percezioni di sofferenza e pietà. “Mi interessa raccontare storie che fanno riflettere il pubblico sulla natura umana. Miserere è una riflessione sulla vulnerabilità e sul modo in cui le nostre emozioni possono essere sia una fonte di connessione che di isolamento,” ha detto il regista.

In conclusione, Miserere di Babis Makridis è un film che sfida lo spettatore a confrontarsi con le proprie percezioni di sofferenza e pietà, offrendo uno sguardo provocatorio e originale sulla condizione umana. La visione di Makridis, con la sua sensibilità per l’assurdo e il surreale, resa ancora più potente dalla collaborazione con Efthimis Filippou, rende questo film un’opera significativa e memorabile nel panorama del cinema contemporaneo.

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