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Mommy visto attraverso gli occhi dei nostri fan

Il 7 Dicembre uscirà in sala, distribuito da Lucky Red, E’ solo la fine del mondo di Xavier Dolan, l’ultimo film del talentuoso regista canadese che, a soli 27 anni, ha già conquistato un ruolo d’onore tra i giovani autori cinematografici contemporanei. La sua estetica raffinata, la freschezza del suo stile e la profondità di scavo psicologico dei personaggi che emergono dai suoi film fanno di Dolan sicuramente uno dei registi più interessanti del momento. Da poco abbiamo deciso di portare in HD Blu-Ray Mommy, Premio della Giuria a Cannes 2014 e portato in sala da Good Films, la tormentata storia d’amore ed odio tra una madre ed un figlio, un film potente ed importante, che ha colpito nel profondo l’immaginario di molte persone. Per questo, grazie a Xavier Dolan Italia, la fan page italiana del regista, abbiamo deciso di raccogliere una serie di testimonianze su cosa questo film abbia significato per le persone che lo hanno amato e sostenuto. Qui sotto trovate gli interventi più belli e significativi. Restate sintonizzati sulla pagina di Xavier Dolan Italia e su quella di CG Entertainment perché le soprese non finiscono qui…

 

 

Mommy, attraverso quella bellissima inquadratura che il protagonista allarga con le sue mani,

è la sintesi perfetta del valore intimo che ha per me il cinema: uno sguardo momentaneo per dimenticarsi la velocità del quotidiano, i disagi, le paure. 

Una pausa ideale dalla vita, insomma.

Se non possiamo fermare il mondo, possiamo almeno allargarlo, scendere un gradino e risalire alla prossima fermata. 

Questo è Mommy. Questo è per me il cinema.

Valentina Mattiello

 

Mommy per me è stato risate e lacrime, dolore e speranza. Tutto mescolato, tutto insieme, tutto confuso. Mommy è la forza di chi non ha forza. E’ la forza di un Amore che sembra non Amore. E’ la vita che incrocia i destini e poi li blocca lì. Mommy è il dolore che tutti proviamo quando le relazioni che ti dovrebbero salvare sembra che ti uccidano, lentamente. Mommy è un’esperienza nella parte più buia e al tempo stesso più luminosa di ciascuno di noi: la parte che ha a che fare con l’Amore.

Barbara Tamborini

 

Mommy è il testare quanto è forte l’anima.

Carmen Colasuonno

 

Quello che mi ha colpito subito di questo film è che in qualche modo ho vissuto la stessa storia con mia madre ma a parti invertite. Il disturbo di mia madre non era lo stesso, forse era un po’ più impegnativo da gestire. Per più di 10 anni ho dovuto convivere con questa cosa, ero ancora ragazzo e a un certo punto sono dovuto scappare di casa perché la situazione era ingestibile.
Stavo impazzendo. Vista da fuori poi ho capito che la situazione era più facile da prendere in mano e in qualche modo sono riuscito a curarla.
Non vi dico le lacrime che uscivano durante il film, sono rimasto impressionato dalla padronanza che Xavier ha delle dinamiche famigliari, piccoli dettagli comportamentali che io ho colto in pieno e che mi hanno ucciso.
Per me uno dei più bei film degli anni 2000. Un piccolo capolavoro.
L’ho già visto più e più volte così come gli altri suoi film, ma questo in particolare.

Christian

 

“Ci amiamo ancora, giusto?”
Mommy è stato un bacio in bocca. Un bellissimo bacio, di quelli che ti rapiscono facendoti perdere la cognizione di ogni cosa. Il tempo, il resto, te stesso. Si, Mommy è stato un bacio in bocca al sapore di zucchero filato. Subito dopo, il buio.
“È la cosa che facciamo meglio.”

Gaia Berettoni

 

Tutto racchiuso in un unico bacio, perché duri tutto il tempo che il mondo deve ancora durare.

Grazia Sveva Ascione

 

Mommy è una montagna russa di emozioni, amore e fotografia ai massimi livelli.

Mommy ti tocca il cuore e ci rimane per sempre, te lo porti dentro.

Lorenzo Basili

 

È quasi impossibile pensare ad una vita priva di problemi di vario tipo, ma nonostante tutto si va avanti e c’è un momento in cui sembra tutto più facile, sembra andare tutto per il meglio, la vita si apre, passa da 1:1 a 16:9 e si sta così bene che si pensa possa andare sempre meglio e si continua a sperare. A volte, però, si può solo sognare. Ma non si perde mai la speranza. Anche se tutto sembra crollare, occorre trovare la forza di reagire e di fuggire dalla monotonia per continuare a sognare e sperare ancora.

Caterina Castellana

 

Mi chiamo Cristina e amo Xavier Dolan perchè ogni sguardo e ogni inquadratura parla anche senza parole.
Un film intenso Mommy, una relazione difficile tra un ragazzo non compreso che usa la violenza per farsi sentire e una madre che nonostante tutti i problemi decide di portarselo a casa e occuparsene. In questo film molto maturo per un regista cosi giovane ci sono due persone sole e disperate che crescono insieme, aiutandosi come possono nonostante i lirigi e le difficolta caratteriali ed economiche. Mi sono commossa perchè è un film duro, difficile e tenero.Alla fine vincono o comunque dovrebbero vincere amore e solidarietà. In questo mondo difficile le famiglie si trovano spesso in situazioni complicate e ci vuole tanto coraggio e amore e credo che questo film voglia dirci che niente è insuperabile se c’è l’amore anche scombinato di una mamma che non sa bene cosa fare ma che trova la solidarietà di una persona sensibile…tanto cuore in questo film.

Cristina

 

C’è una logica di assimilazione per la quale si a portati a credere che il mondo attorno a noi sia sempre quello meno adatto alla nostra persona. In verità, è nella vicinanza che ci si ritrova. 

Alessandro Cutrona

 

In Mommy c’è l’amore incondizionato e viscerale di una madre per il proprio figlio. C’è tutta la voglia di ricominciare di Diane, coraggiosa, pronta a sacrificare tutto per il proprio figlio. C’è l’euforia di Steve di fronte alla vita che alza le braccia al cielo o che correndo in mezzo alla strada grida a squarcia gola “libertà!”. C’è la voglia di allargare a dismisura ogni orizzonte, le ambizioni, le risate con l’amica Kyla, la prospettiva di un viaggio bellissimo, e Diane che in un momento solo sogna una vita perfetta. Ma poi ci sono le difficoltà che all’improvviso bussano alla porta e tutte quelle prospettive si richiudono e quelle grida si zittiscono. Tutto svanisce e rimane solo l’illusione di poter fuggire da quel male e da quei problemi. E il “non abbandono” prima del figlio da parte della madre e poi di questa da parte dell’amica mentre Steve corre via ancora verso la “libertà”.

Questo è quello che per me è Mommy.

Giovanni Perolo

 

Ci tengo ad annunciarlo qui e ora: Mommy è il miglior film del 2014. Così, con un mese d’anticipo e senza troppi fronzoli. Perché? Perché raramente un lungometraggio è riuscito a emozionarmi ininterrottamente per tutta la sua durata e a colpirmi così nel profondo da spingermi a desiderarne una seconda visione (forse l’ultimo in ordine di tempo era stato nel 2004 Million Dollar Baby). Premiato ex aequo a Cannes con Audieu au langage di Godard, l’ultima opera di Dolan (25 anni e gia cinque film all’attivo!) ha il grande pregio di raccontare una storia archetipica (il complicato rapporto madre-figlio) in modo del tutto originale. Basti pensare semplicemente alla scelta dell’aspect ratio e alla sua declinazione nel corso della pellicola:se infatti il formato 1:1 ribattezzato polaroid o selfie è estremamente funzionale per accentuare il lavoro d’introspezione (sia da parte del regista che da parte del pubblico) sui protagonisti con lo stesso intento che un tempo spettava al Kammerspiel tedesco, la sua successiva mutazione è più emozionale e facilmente riconoscibile rispetto ad esempio a quella che componeva il Grand Budapest Hotel di Wes Anderson, che da buon cinefilo aveva scelto coraggiosamente di utilizzare il passaggio dal 16:9 al 4:3 per omaggiare un certo tipo di cinema del passato (Lubitsch in primis). Eppure, dopo la scettica visione di Tom à la ferme, mai avrei pensato di potermi innamorare dei personaggi di questo più che promettente regista canadese. E così piuttosto inaspettatamente mi sono perdutamente innamorato di Diane, una madre forte, una donna debole così come debole e contemporaneamente forte è suo figlio Steve che vorrebbe spaccare il mondo ma che invece si limita all’autodistruzione. E inevitabilmente mi sono invaghito anche di Kyla e della sua timidezza forzata che cela enorme sofferenza. Queste tre meravigliose anime tormentate, abbandonate a se stesse da una società che promulga leggi eticamente discutibili, finiscono con il formare una delle famiglie più affascinanti e atipiche mai viste sullo schermo. Dolan accudisce teneramente i membri di questo trio, ce li fa odiare e amare in un vorticoso parossismo sentimentale e con la sua regia ci stupisce e ci tiene in ansia per il loro futuro incerto che oramai è anche un po’ nostro. Impossibile tralasciare le interpretazioni degli attori: da una maestosa Anne Dorval (attrice feticcio del regista) al fragoroso Antoine Olivier Pilon fino ovviamente al tocco delicato di Suzanne Clément. Ma una menzione speciale la merita senz’altro la toccante colonna sonora che spazia tranquillamente da Einaudi agli Eiffel 65 passando per Celine Dion e gli Oasis (la loro Wonderwall accompagna quella che secondo me è la sequenza migliore del film) e che probabilmente rasenta la perfezione delle ballate folk di Inside Llewyn Davis. Domani tornerò a vedere Mommy. E poi lo farò ancora una volta.E ancora. Poi nel buio della sala a un certo punto piangerò e mi sentirò finalmente libero, anche solo per due ore. Questa è per me la magia del cinema.

Francesco Pierucci

 

Per me Mommy si riassume così:
è nella leggerezza più estrema che si posa il peso schiacciante del mondo.

Peppe

 

Pensare a Mommy, per me, vuol dire fare tutta una serie di collegamenti ipertestuali che vanno a fondersi con le già forti emozioni del film — il piccolo cinema di Milano, il primo anno di università, i commenti entusiasti fatti con l’amica alla fine del film, quelli che sono riuscita ad elaborare in così poco tempo, la certezza e la felicità di aver colto ciò che è stato proiettato in quella saletta dalle poltroncine di velluto rosso.
Mommy è un film che non consiglio mai praticamente a nessuno e,per quanto mi riguarda, questo accade quando sento di avere una sorta di bellissimo segreto che va condiviso solo in presenza delle “affinità elettive”, di quegli animi (forse sensibili, forse un po’ troppo élitari) che sappiano cogliere davvero la Bellezza.
Questa credo sia la prima parola che assocerei al film, con tutta la sua portata salvifica e insieme di condanna, per pochi, per quelli che sanno vedere la ricercatezza in una colonna sonora assolutamente pop, nel kitsch che diventa elegante, nei dialoghi quotidiani e disarmanti, nella simmetria e nelle nuances pastello che giocano con la calda luce che colora ogni fotogramma, in un’estetica in grado di sublimare i più toccanti e delicati temi.
E ancora, quasi due anni dopo, sono qui a pensare a quel film che ancora non consiglio a nessuno, con la futura speranza di poterlo consigliare, con l’immediatezza e la sicurezza della comprensione di quel “wonderwall”.
Della Bellezza che sì, salverà davvero il mondo (perlomeno il mio, in quel piccolo cinema di Milano, in quella sala di velluto rosso, ancora due anni dopo).

Marta Paracchini

 

Potente. Se dovessi scegliere una parola per descrivere Mommy di Xavier Dolan probabilmente sarebbe questo aggettivo. Questo film mi ha commosso all’inverosimile, grazie al suo portentoso potere emozionale. Mentre lo guardavo avvertivo distintamente il mio cuore dilatarsi ed espandersi sotto i colpi di una sceneggiatura geniale. Mommy è un lungometraggio il quale ci ricorda che, nonostante tutte le inutili sovrastrutture, noi siamo umani. E allora succede che quel ragazzino biondo ti sorprende a ogni inquadratura, che quella madre coraggio potrebbe anche guidare una galassia nonostante la sua insicurezza e che anche le vicine di casa possono essere eroine sottovalutate. La domanda che sorge spontanea alla fine del film è: chi è davvero fragile? La fragilità è qualcosa che ci caratterizza e, a volte, ci nobilita avvicinandoci ai sentimenti più insondabili. È bello. Dolan condensa in due ore la storia dell’intera umanità, un percorso di formazione atavico ma sempre attuale, complicato ancor di più dal disagio psichico del protagonista. Alla fine, Steve corre e nessuno sa come finirà la sua azione. La scelta del finale aperto è la sintesi perfetta del destino dell’uomo, sempre incerto e teso verso una felicità troppo spesso lontana. Grazie, Xavier.

Giada Nardi

 

Mommy è la bellezza che si è incarnata a film, quel film che ti fa comprendere quanto sia bello vivere e quanto sia dura farlo al momento stesso, un pugno al cuore che però non fa male, ma fa rinascere.

Riccardo Cozzari

 

Mommy mi ha colpito dritto al cuore dalla prima volta. Mi ha fatto pensare al valore che mia madre ha nella mia vita, come un un suo singolo abbraccio sia meglio di mille parole. Ho pianto, ho riso e ho provato un milione di emozioni tutte insieme. Grazie Xavier, per rendere il cinema un specchio dei nostri sentimenti.

Lorenzo Genovesi

 

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